FabLab, ovvero Bottega del ventunesimo secolo.

In questi ultimi giorni (16,18 e 23 febbraio) abbiamo avuto la possibilità, più o meno gradita, di portare avanti un altro fondamentale componente del nostro progetto: il design e la progettazione bidimensionale. Si è pensato bene di aggiungere alle cinque ore di lezione mattutina (dalle 8 alle 13) quattro ore di queste ulteriori attività (dalle 14 alle 18) , per mantenersi fedeli al significato letterale di “alternanza scuola-lavoro”.

Nonostante non partissimo proprio entusiasti dalla prospettiva di dover trascorrere il nostro prezioso pomeriggio a scuola, credo che molti di noi abbiano avuto modo di ricredersi. A guidarci in questo percorso c’erano alcuni volontari del Wake’n’make, FabLab delle Terred’acqua. Per chi non lo sapesse un FabLab è un laboratorio dove vengono condivisi spazi, idee, e attrezzature, per lo sviluppo della creatività. Una sorta di bottega artigianale del secondo millennio dove non possono mancare  strumenti all’avanguardia come le stampanti 3D e taglierini laser.

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Un portachiavi per gli amanti dei social.

Per disegnare a computer abbiamo usato il programma DraftSight, a cui siamo stati iniziati nel corso della prima lezione, apprendendo i comandi base. Durante il secondo incontro abbiamo potuto liberare la nostra creatività e disegnare in gruppi un nostro oggetto di design. I nostri sforzi alla fine sono stati premiati con la realizzazione dei progetti tramite taglio laser. Personalmente nel veder emergere dal plexiglass l’agognato profilo su cui avevamo tanto sudato ha suscitato in me quella soddisfazione che deve aver provato Mastro Geppetto una volta completato Pinocchio; certo, le nostre sagome non sono dotate di parola come il burattino di Collodi, ma in compenso sono state tagliate al laser, il che è molto più fantascientifico).

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Per non dimenticarsi della Carpigiani.

Nella terza, e sino ad ora ultima, lezione abbiamo potuto disegnare altri oggetti, che vedranno a breve la luce, e siamo stati introdotti al mondo della progettazione tridimensionale con il programma 123D Design.

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Tre promettenti giovani alle prese con il lato oscuro del disegno 2d

Sebbene partito assai diffidente queste attività si sono rivelati davvero stimolanti e coinvolgenti, e a mio giudizio certamente una delle migliori esperienze di questa alternanza. Esperienza che tra l’altro non è ancora finita… ci attende ancora la stampa 3D, che sono sicuro riserverà ancora maggiori emozioni.

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